Il primo passo per orientarsi nel mondo degli investimenti è la consapevolezza dei propri limiti cognitivi nelle scelte finanziarie; non si tratta di fare un passo indietro, né tantomeno di fare autocritica, ma si tratta di porre attenzione a non compiere scelte per abitudine o per sentito dire, dando importanza a chi ritiene di avere esperienza.
Applicare un metodo significa anche saper valutare quando si può correre un rischio e quando invece bisogna tutelarsi e non esporsi ai pericoli. L’errore comune è proprio quello di sentirsi al sicuro e peccare di superficialità.
Quando si ha la consapevolezza dei propri limiti, è il momento di rivolgersi a un consulente, ma anche in questo caso bisogna saper gestire la situazione. La tentazione di affidarsi completamente ai consigli del consulente è alta; allo stesso modo è sbagliato evitare un dialogo: bisogna essere chiari e specifici, in modo tale da non lasciare zone d’ombra e avere il progetto chiaro fin dall’inizio.
Il mercato degli ultimi anni, caratterizzato da lunghi trend positivi e negativi, scatena l’emotività: nei trend positivi aumenta la percezione di premio per il rischio, nei trend negativi è demolita la speranza di nuovi investimenti – e la loro reiterazione. L’oscillazione tra avversione e propensione all’investimento (e quindi al rischio) non porta ad alcunché di buono, tantomeno a un profitto.
I passaggi chiave per un buon investimento si riassumono, quindi, in una pianificazione iniziale per raggiungere gli obiettivi, una buona dose di disciplina e preparazione personale, la consapevolezza dei propri limiti, la percezione chiara della relazione tra rischio e rendimento e l’appoggio a figure professionali di consulenza.
Data l’imprevedibilità dei mercati, è necessario avanzare un passo alla volta e saper investire con metodo e disciplina… mettendosi in buone mani.