Qualcuno sostiene che nel trading i risultati siano dovuti per l’80% alla psicologia e per il 20% alla tecnica. Ora, senza entrare in un’approfondita discussione riguardo alle percentuali, sicuramente a mio parere la componente psicologica è in larghissima misura maggioritaria. Avrai sentito molte volte ripetere che bisogna “tagliare le perdite e lasciar correre i profitti” e non occorre una laurea o un dottorato di ricerca in finanza per capirne il motivo. Quanti però lo fanno veramente?
Quello che accade nella maggior parte dei casi è che i trader non accettano di incassare una piccola perdita pensando che tanto l’operazione girerà a loro favore – e così facendo spesso si trovano a dover incassare una perdita ben peggiore – e appena vedono un guadagno minimo chiudono l’operazione per timore di vedere il guadagno dissiparsi – salvo poi rendersi conto che con un po’ più di pazienza e di lucidità avrebbero incassato un profitto ben superiore. Tutto questo è dovuto alle due grandi emozioni che governano i mercati finanziari: la paura e l’avidità.
Dare voce a queste due emozioni nel trading rappresenta la corsia preferenziale verso il fallimento. Al contrario, nel trading è fondamentale la conoscenza di sé, delle proprie emozioni e delle proprie reazioni ed è determinante mantenersi lucidi e distaccati da pensieri negativi e disfunzionali.
Per avere successo in un’attività di trading dunque occorre mantenersi vigili, presenti, lucidi, lasciare da parte le emozioni, dimenticarsi gioie e dolori passati, dimenticarsi delle eventuali emozioni provate nel passato recente di fronte ad operazioni chiuse in profitto o in perdita e restare lucidamente fedeli al proprio piano di trading e pienamente consapevoli di fronte alle proprie emozioni.