Nonostante la contraria opinione comune, l’arbitraggista è un benemerito dei mercati. Aumenta infatti la loro efficienza riducendo le discrepanze di prezzo, laddove la scarsa informazione oppure la neghittosità degli investitori consente che un identico prodotto – merce o attività finanziaria – possa essere venduto a prezzi diversi in luoghi differenti. La sua attività, ossia l’arbitraggio, consiste nell’acquisto di un determinato bene e nella contestuale vendita dello stesso su un altro mercato, nel quale il bene è scambiato a prezzo superiore.
L’arbitraggista può operare anche in altro modo, indebitandosi da una parte e prestando all’altra, a tassi di interesse chiaramente superiori. Tali forme di arbitraggio sono dette da piazza a piazza e sono le più diffuse. Non sono tuttavia le uniche. Per esempio, sono possibili arbitraggi fra mercato a pronti e mercato a termine, realizzati acquistando a pronti e vendendo a termine o viceversa: per esempio, si comprano oggi dei titoli, pagandoli al corrispondente prezzo di mercato, il cosiddetto prezzo spot, e li si rivendono con consegna a tre mesi al relativo prezzo futuro.
Qualunque sia la forma specifica assunta dall’arbitraggio, identica è la remunerazione dell’arbitraggista: egli lucra sulle differenze di prezzo che si determinano nei diversi mercati in cui uno stesso bene è scambiato. Identica è anche la funzione dell’arbitraggio, che tende a equiparare i prezzi di uno stesso bene su tutti i mercati in cui viene scambiato. Gli acquisti infatti, incrementando la domanda, tendono a far salire i prezzi sui mercati meno cari, mentre le vendite, accrescendo l’offerta, tendono ad abbassare i prezzi sui mercati più costosi.
L’arbitraggio, in quanto sfrutta differenze di prezzo esistenti su mercati differenti, è attività sostanzialmente priva di rischi. Per questo motivo non è corretto considerarla come una forma particolare di speculazione, la quale invece porta sempre con sé una non irrilevante componente di rischio. Arbitraggio viene anche definita l’attività di chi rastrella sul mercato azioni di società che possono essere oggetto di offerta pubblica d’acquisto (Opa) in un prossimo futuro. In tal caso, il guadagno dell’arbitraggista consiste nel rivendere le azioni alla società vittima o allo scalatore a prezzo molto più elevato. Poiché il profitto si realizza a condizione che l’Opa venga effettivamente lanciata, questa forma di arbitraggio non è del tutto priva di rischi. Per questo motivo e per distinguerla dalla precedente, in inglese viene anche definita risk arbitrage.